Disputa sull’Eucaristia

La Disputa del Sacramento è un affresco (770×500 cm circa) di Raffaello Sanzio, databile al 1509 e situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane.

Breve Storia

Il papa Giulio II (1443-1513) colpito dalle pitture dell’urbinate Raffaelo Sanzio, che nel 1508 si era unito al gruppo di artisti chiamati a decorare i suoi appartamenti, decise di affidargli l’intera decorazione, distruggendo quanto fatto precedentemente. La decorazione pittorica prese avvio dalla volta, per proseguire sulla parete est, dove venne raffigurata la Disputa. Raffaello e i suoi aiuti la conclusero nel corso del 1509, avendola iniziata forse alla fine del 1508. Il Vasari a riguardo scrisse: “non potrebbe pittore alcuno formar cosa più leggiadra, né di maggior perfezione. […] Que’ santi a sedere, che nel vero, oltra al parer vivi di colori, scortano di maniera e sfuggono che non altrimenti farebbono se fussino di rilievo”. Durante il Sacco di Roma del 1527, i Lanzichenecchi penetrarono dentro i Palazzi Papali, e, in segno di disprezzo verso il papa, lasciarono numerose scritte e graffiti vandalici: alcuni ancora visibili, in controluce, nella parte inferiore della Disputa. Il titolo tradizionale dell’affresco deriva da un’erronea interpretazione settecentesca di un passo vasariano; “disputa”, cioè “discussione”. Il titolo più adatto sarebbe Trionfo dell’Eucarestia o Trionfo della Chiesa. Sono infatti raffigurate la Chiesa militante, nella parte inferiore, e la Chiesa trionfante, in quella superiore. Il dipinto è dedicato alla teologia, attraverso la quale l’anima può arrivare alla fede.

La Chiesa trionfante

Nella Chiesa trionfante è rappresentata la Trinità con Gesù al centro di una grande aureola luminosa con serafini e cherubini, affiancato da Maria e da Giovanni Battista. Sotto di lui quattro angioletti mostrano le Sacre Scritture (uno per evangelista: da sinistra Matteo, Marco, Luca e Giovanni), vicini alla colomba dello Spirito Santo, che punta direttamente al nodo focale dell’affresco, l’ostensorio con l’ostia consacrata. Attorno a Gesù corrono gli troni dei santi e dei profeti, mentre in alto una cupola di raggi dorati, in cui si intravedono infinite teste di angeli a monocromo, circonda l’apparizione dell’Eterno, con il globo in mano e con l’aureola quadrata, mentre fa un gesto di benedizione. Ai lati due gruppi di tre angeli ciascuno completano la rappresentazione celeste, ispirati probabilmente a quelli di Ghirlandaio nell’Incoronazione della Vergine della Cappella Tornabuoni; anche la posa della Vergine ricorda quella del Ghirlandaio. Tra i santi si riconoscono da sinistra san Pietro, Adamo (senza aureola), Giovanni evangelista, Re David con una cetra, santo Stefano e Geremia; a destra Giuda Maccabeo, san Lorenzo, Mosè con le tavole della Legge, un apostolo (san Matteo o san Giacomo maggiore o san Giacomo minore), Abramo e san Paolo.

La Chiesa militante

Nella parte inferiore è rappresentata la Chiesa militante, in cui figurano teologi, dottori della Chiesa e pontefici, ma anche filantropi, letterati e semplici fedeli anonimi. Da sinistra si trovano Bramante, appoggiato alla balaustra mentre indica un libro e si volta verso uno sconosciuto, Francesco Maria Della Rovere, il giovane in piedi in primo piano che indica l’altare, san Gregorio Magno con le sembianze di Giulio II e con ai piedi il Liber Moralium, san Girolamo come un vecchio che legge con accanto un leone, il beato Angelico, in abito domenicano a sinistra dell’altare. A destra si vedono sant’Ambrogio, seduto con lo sguardo rivolto all’alto, sant’Agostino, seduto che detta, san Tommaso d’Aquino (dietro il vescovo), Innocenzo III e san Bonaventura (il nome è nell’aureola); seguono Sisto IV, con un piviale dorato e il De sanguine Christi ai piedi, Dante Alighieri, alle sue spalle con la corona d’alloro. Più dietro, seminascosto e con un cappuccio scuro ci sarebbe l’eretico Savonarola. Dietro i personaggi di destra si trova un enorme blocco marmoreo, che forse allude alla “pietra angolare”, nonché al progetto di ricostruzione della Basilica vaticana avviato proprio in quegli anni dal pontefice. Sullo sfondo si stende un dolce paesaggio collinare, in cui si vede, a sinistra, la costruzione di una basilica, probabile riferimento all’impresa della ricostruzione della Basilica vaticana.

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